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Sigarette elettroniche: le preoccupazioni del ministro Lorenzin

di Marica Malagutti


Chi si avvicina alla sigaretta elettronica, chi ne fa già uso o chi ha scoperto figli minori che fumano le e-cig dovrebbe essere informato sulla legalità rispetto a questo oggetto sempre più di moda.

È importante quindi sapere che, secondo il Ministro Lorenzin, l’introduzione sul mercato delle sigarette elettroniche, avvenuta nel 2003, ha costituito motivo di forte preoccupazione per la salute pubblica. (link)

L’Istituto Superiore di Sanità, che ha fornito il proprio supporto tecnico-scientifico ai fini della gestione dei rischi e dell’emanazione della normativa nazionale in comunione con il Consiglio Superiore di Sanità nel giugno 2013, vieta la sigaretta elettronica contenente nicotina ai minori di anni 18. il divieto viene definito all’interno delle scuole.

Nel documento del Ministero della salute datato 19 ottobre 2016 emerge che Il tabagismo costituisce, ancora oggi, il primo fattore di rischio di malattie croniche e che, ogni anno, il fumo uccide, in Italia, tra le 70.000 e le 83.000 persone.

II Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 impegna tutte le Regioni italiane a ridurre la prevalenza dei fumatori del 10% entro il 2018, al fine di contribuire al raggiungimento, entro il 2025, dell’obiettivo della riduzione del 25% della mortalità precoce, dovuta alle malattie non trasmissibili, previsto dal Global Action Plan dell’OMS per gli anni 2014-2020.

Inoltre è importante sapere che nella Direttiva sui Prodotti da Tabacco, la così detta Normativa TPD 2014/40/UE (TPD), in vigore dal 20 maggio 2017 prevede, tra le diverse indicazioni, che i flacconi e gli atomizzatori in commercio siano al massimo di 10 ml, che le sigarette usa e getta e le cartucce mono uso siano al massimo di 2 ml, che la concentrazione di nicotina non superi i 20 mg/ml.

Vietati sono anche gli additivi come la caffeina, la taurina, le vitamine, ecc. Non ci deve essere altre sostanze tossiche a parte la nicotina e il tappo del prodotto deve essere a prova di bambino.

Infine l’OMS, l’Organizzazione mondiale della Sanità invita i Paesi aderenti, che ancora non ne hanno proibito l’importazione, la vendita e la distribuzione, di prendere in considerazione di proibire o regolamentare le sigarette elettroniche. Le parti richiedono ulteriori ricerche scientifiche, indipendenti e imparziali per accertare l’impatto generale sulla salute e i rischi a lungo termine sulla salute pubblica di “Ends e Ennds”.

Date queste note legislative come ci si deve muovere? Un adolescente può fumare una sigaretta elettronica? La risposta sembra si, basta che non ci sia nicotina. Inoltre anche se ricerche scientifiche affermano la tossicità delle ENDS, i danni non sono così gravi come quelle causate dalle sigarette tradizionali. La cosa strana è che dato che le ricerche scientifiche non sono ancora concluse, o meglio sono contraddittorie le ENDS sono legali per i minori.

Un genitore darebbe al proprio figlio una cosa che non si si sa se sia innocua? La risposta dovrebbe essere negativa, ma a questo punto la legge non sostiene il genitore ma il giovane che vuole “provare”.

Anzi la cosa su cui è interessante porre l’attenzione è che negli stessi negozi in cui si vendono le sigarette elettroniche senza nicotina si vendano anche quelle senza. Quindi per un giovane diventa più facile venire a contatto con quelle proibite. Basta che ci vada con un amico diciottenne oppure semplicemente lo aspetti fuori e il gioco è fatto. Chi poi va a controllare se all’interno dell’e-cig di un minorenne ci sia una percentuale di nicotina?

L’odore, poi, è completamente camuffato dagli aromi aggiuntivi. Una volta era facile sapere se un ragazzo fumava, l’odore era inconfondibile e le prove schiaccianti, ma oggi è diventato davvero difficile e confondente.

Infine quali e quante sono le risorse economiche per controllare chi vende le e-cig? I negozianti vendono ai minori i prodotti con nicotina? Oppure chiedono i documenti ai giovani? Ci sono prove al riguardo? Purtroppo nel nostro Bel Paese anche se un punto di vendita venisse controllato e scattasse una denuncia, al massimo che può capitare è la chiusura temporanea del negozio.

Ma niente di più. E come sempre, fatta la legge, trovato l’inganno, come purtroppo si vede spesso ragazzi maggiorenni si mescolano a quelli minorenni e la compravendita legale ha una linea sottilissima con quella proibita e le conseguenze non sono mai gravose per cui purtroppo molti giovani si chiedono: “Perchè non provare”?


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